I congressi dell’A.N.P.I. una biografia del Paese
Il primo (1947) e l’avvio della guerra fredda. L’abbandono di Parri nel 1949 e la vocazione unitaria del 1956. Torino (1959) e la nascita del Consiglio federativo della Resistenza. La lotta unitaria contro Tambroni e i tentativi autoritari. 1976 e 1981: la lotta al terrorismo e in difesa della Carta. La P2 e il contrasto al revisionismo. L’appello alla partecipazione del 2001 (Napoli) e l’impegno del 2006 contro la riforma proposta dal centrodestra. Il 15° congresso e l’ANPI “casa di tutti gli antifascisti”
Antifascismo Costituzione Democrazia Partigiani
Il Congresso nazionale dell’ANPI che si svolgerà a Rimini nei prossimi giorni è il sedicesimo di una serie che si snoda a partire dal primo Congresso del 1947: una distanza temporale che può apparire abissale ai più giovani, ma che dà di per sé la dimensione non solo cronologica ma anche e soprattutto storica e politica, di quanto l’ANPI sia stata insieme protagonista e testimone della vita della nostra Repubblica.
Il 1° Congresso Nazionale dell’ANPI – Roma 1947
Uno sguardo retrospettivo sui congressi nazionali offre pertanto più di uno spunto utile a ricostruire un percorso che è storia di idee e di programmi e, insieme, storia di donne e uomini, i cui nomi, elencati negli organigrammi e nelle liste dei delegati congressuali, sono sufficienti a evocare la statura umana e morale di un ceto politico (usiamo questa espressione nel suo significato più ampio) emerso dalla persecuzioni, dalle macerie della guerra e dalla lotta antifascista con il fermo proposito di promuovere il più radicale ed esteso rinnovamento civile e istituzionale mai conosciuto nella storia del nostro Paese dall’unificazione in avanti.
La manifestazione di chiusura del 2° Congresso Nazionale dell’ANPI (Venezia 1949)
Una ragionata fiducia nella forza unificatrice della tensione antifascista è il filo conduttore che attraversa i primi congressi dell’Associazione, accompagnato, però, dalla consapevolezza che la Liberazione, la Repubblica e la Costituzione (di cui si è da poco finito di discutere al momento in cui si riunisce il primo Congresso, nel dicembre 1947) hanno condotto a realizzazioni storiche, ma non irreversibili, e già rimesse in discussione dal revanscismo delle componenti reazionarie e filofasciste, ancora presenti nella società e nelle istituzioni malgrado la sconfitta subita il 25 aprile 1945, alle quali la guerra fredda e la contrapposizione tra Est e Ovest offrono nuove e insperate opportunità di riorganizzazione e di rivincita.
Il 3° Congresso Nazionale dell’ANPI si svolge a Roma nel 1952
L’ANPI non resterà certo estranea ai condizionamenti del bipolarismo, e, anzi, come, se non più di altri soggetti, ne subirà le conseguenze: non solo le divisioni attraversano anche il movimento di Liberazione (il secondo Congresso dell’ANPI, nel 1949, prenderà atto dell’abbandono dell’associazione da parte di Parri e di alcuni partigiani azionisti ed osovani), ma la volontà di fare tabula rasa della storia recente del nostro Paese si tradurrà nella persecuzione giudiziaria verso i partigiani, primo di molti tentativi di delegittimazione della Resistenza, posto in essere da quanti, nel mondo politico e nelle istituzioni, guardavano con nostalgia al passato fascista e prefascista.