Intervista al Presidente A.N.P.I. Smuraglia il giorno dopo della sua elezione
http://pod.radiopopolare.it/mattino_16_05_2016.mp3
aprendo questo link si ascolta l’intervista.
Associazione Nazionale
Partigiani d’Italia
Carlo Smuraglia rieletto presidente nazionale Anpi
Al termine del suo XVI° congresso, in svolgimento al Palacongressi di Rimini, il nuovo Comitato nazionale dell’Anpi ha rieletto presidente nazionale Carlo Smuraglia.
Chi siamo
L’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, con i suoi oltre 120.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi nel Paese. Fu costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal CLN del Centro Italia, mentre il Nord era ancora sotto l’occupazione nazifascista.
Il 5 aprile del 1945, con il decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale che la dotava di personalità giuridica, promuovendola di fatto come associazione ufficiale dei partigiani.
Il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord, venne costituita a Milano l’ANPI – Comitato Alta Italia. Ad entrare a far parte della Presidenza furono i componenti del Comando Generale del CVL, a rappresentare idealmente e fattivamente la continuità dell’unità della Resistenza anche nell’ANPI: Raffaele Cadorna, Ferruccio Parri, Luigi Longo, Enrico Mattei, Giovanni Battista Stucchi, Mario Argenton. Nel Comitato esecutivo figuravano Arrigo Boldrini “Bulow”, Cino Moscatelli e Guido Mosna.
Il 27 giugno 1945, il Comitato provvisorio dell’ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all’ANPI Nazionale. L’Associazione ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il settembre 1945 e il referendum istituzionale dell’anno successivo. Mentre l’Associazione nazionale combattenti ebbe 8 consultori e quella dei mutilati e invalidi di guerra 4, all’ANPI ne furono assegnati 16, a conferma del prestigio di cui godeva. Erano così suddivisi: 3 socialisti, 3 democristiani, 3 liberali, 3 comunisti, 2 del Partito d’Azione, 1 del Partito democratico del lavoro e, infine, un consultore che non apparteneva a nessun partito. Nello Statuto erano evidenziati gli scopi operativi che la struttura si era prefissata. Tra questi:
– Restituire al Paese una piena libertà e favorire un regime di democrazia per impedire in futuro il ritorno di qualsiasi forma di tirannia e assolutismo.
– Valorizzare in campo nazionale e internazionale il contributo effettivo portato alla causa della libertà dall’azione dei partigiani.
– Far valere e tutelare il diritto dei partigiani, acquisito, di partecipare in prima linea alla ricostruzione morale e materiale del Paese.
– Promuovere la creazione di centri e organismi di produzione e di lavoro per contribuire a lenire la disoccupazione.
In particolare questo ultimo punto fu realizzato grazie alla creazione, fin dal 1948, di Convitti-Scuola Rinascita che miravano a qualificare professionalmente giovani ex partigiani e orfani dei caduti.
Nel corso del primo Congresso del 1947 – dove fu nominato Presidente Nazionale Arrigo Boldrini “Bulow”, prima medaglia d’oro al V.M. della Resistenza, che resterà in carica fino al 2006 – venne ribadito l’impegno della Resistenza a consolidare le Istituzioni e in particolare fu sottolineato che l’antifascismo doveva essere inteso come lotta contro chi minacciava le libertà individuali, negava la giustizia sociale e discriminava i cittadini.
Il Congresso registrò il favore di alte personalità politiche come Umberto Terracini e Palmiro Togliatti. Ma nel 1948 vennero avviate delle vere e proprie persecuzioni contro i partigiani che l’ANPI fronteggiò con vigore. Furono ben 830 i combattenti per la libertà che subirono processi. L’Associazione promosse allora dei Comitati di difesa dei valori della Resistenza con cui avviò una campagna nazionale di sostegno ai partigiani, chiedendo altresì lo scioglimento del neofascista MSI (Movimento sociale italiano) e il riconoscimento ufficiale del CVL come corpo appartenente alle Forze Armate. Questo riconoscimento giunse solamente nel 1958, con la legge 285, e fu un provvedimento di notevole importanza perché confermava e stabiliva definitivamente che la Resistenza, nel travagliato processo di Liberazione, era stata una preziosa comprimaria, responsabile e organizzata: un esercito, a tutti gli effetti. Nel 1950 le persecuzioni cessarono e si poté continuare l’azione civile per cui i partigiani si erano associati. Col Congresso del 1952 l’ANPI – nella cui Presidenza onoraria figurava anche Sandro Pertini, carica che rivestì per vari decenni – ingaggiò una grande battaglia a favore della pace e contro il riarmo tedesco. Tanti e illustri gli interventi. Tra questi quello di Enrico Molè, Vice Presidente del Senato. Il 1952 è anche l’anno dell’inizio delle pubblicazioni del mensile Patria Indipendente, periodico ufficiale dell’Associazione, che negli anni ha costituito un validissimo punto di riferimento nazionale per la conoscenza della storia della Resistenza. Nelle pagine di questo giornale sono corse anche le vicende centrali dell’attualità del Paese. Un impegno importante è stato anche la valorizzazione del contributo delle Forze Armate alla Guerra di Liberazione e, successivamente, alla garanzia dell’ordine democratico e alla salvaguardia della libertà nei Paesi di tutto il mondo. Negli anni ‘60 è continuata l’attenzione dell’Associazione – con frequenti interventi e prese di posizione – a tutti i grandi temi nazionali e internazionali, che hanno coinvolto le istituzioni ed il vivere sociale. Da segnalare, tra le tante iniziative, la Conferenza del 9 marzo 1965 – indetta dall’ANPI – dal titolo “La solidarietà degli antifascisti italiani al popolo spagnolo in lotta per la libertà” contro il regime franchista e poi la celebrazione della “Giornata della donna nella Resistenza” intesa a valorizzare fortemente il ruolo prezioso delle partigiane nella lotta di Liberazione. L’avvio degli anni ’70 porta una notizia entusiasmante per l’ANPI e l’intero universo antifascista e democratico: la nomina a Capo di Stato Maggiore della Difesa del Generale Enzo Marchesi, ex partigiano.
Nel 1971, quindi, per il venticinquennale della Repubblica, l’Associazione diffuse un importante documento contenente un significativo riferimento alle Forze Armate. In un passaggio si dichiarava: “Le Forze Armate italiane oggi possono guardare l’avvenire con la certezza di rappresentare tutta la Nazione, tutte le forze democratiche nell’ambito della lealtà costituzionale, poiché esse sono e debbono essere al servizio non di una fazione, come accadde durante il fascismo, ma di tutto un popolo”.
Una grande battaglia che ha connotato e permeato la vita dell’ANPI in questi anni è stata quella contro il terrorismo. In un convegno, organizzato il 17 novembre 1977, la posizione fu netta: “I Partigiani, che hanno combattuto con le armi in pugno per sconfiggere il terrore fascista e nazista, per conquistare la pace, la libertà e la democrazia, esprimono tutta la loro esecrazione nei confronti di chi vigliaccamente colpisce inermi cittadini per seminare sgomento e rovesciare le Istituzioni conquistate con tanti sacrifici dal popolo italiano”.
Gli anni ’70 si chiudono con un avvenimento storico: l’elezione a Presidente della Repubblica, nel 1978, di Sandro Pertini, valoroso partigiano e membro della Presidenza Onoraria dell’ANPI. C’e da dire che non poche furono le figure del mondo delle Istituzioni a svolgere ruoli di dirigenza all’interno dell’Associazione: ricordiamo per tutti, oltre al già citato Pertini, Ettore Gallo, Presidente della Corte Costituzionale dal 1991 al 1992, Lionello Levi Sandri, Commissario Europeo dal 1961 al 1970 e Presidente del Consiglio di Stato, Leonetto Amadei, Presidente della Corte Costituzionale dal 1979 al 1981 e Andrea Viglione, Capo di Stato Maggiore della Difesa dal 1975 al 1978. Gli anni ’80 si aprono per l’ANPI con la denuncia forte contro le malefatte della loggia P2 e il pernicioso intreccio tra terrorismo e mafia. E contro la corruzione politica. Scriveva proprio Leonetto Amadei in un editoriale pubblicato sul numero del 25 aprile 1983 di Patria Indipendente: “Ci si trova di fronte alla manifestazione di un tumore maligno che appesta e distrugge l’elemento principe per cui si ritiene valida e apprezzabile la guida di un Paese, vale a dire la fiducia verso chi conduce politicamente la collettività o la amministra in modo che appaia giovevole il mantenimento delle redini in quelle mani”. Il 1988 ha visto l’Associazione impegnata nella realizzazione di una grande manifestazione, alla presenza del Capo dello Stato Francesco Cossiga, in occasione del quarantesimo anniversario della Costituzione Repubblicana. Da segnalare inoltre il 4 e 5 marzo a Perugia il Convegno “Costituzione-Forze Armate” e lo speciale di Patria Indipendente – ripreso ed elogiato poi anche dalla Rivista Militare – sul 4 novembre, per la Giornata delle Forze Armate.
In totale gli anni ’80 registrano ben 49.000 iniziative dell’ANPI.
Dal 1990 ad oggi, l’Associazione ha affrontato, con la solita e solida fedeltà alle Istituzioni democratiche nonché determinazione morale, le tante questioni nazionali che hanno caratterizzato questi due decenni. Da “Tangentopoli” alle offensive mafiose, alla grande battaglia contro i gravi tentativi di modifica della Carta Costituzionale, che portò all’esito vittorioso del referendum del 2006, fino alla dura opposizione nel 2009 al progetto di legge 1360 – poi bloccato – con cui il Governo intendeva equiparare i repubblichini di Salò (un esercito irregolare, oltreché subordinato ai nazisti nei loro crimini) ai partigiani. E, da ultimo, la battaglia, condotta con esito positivo nell’agosto 2011, per ripristinare le festività civili, 25 aprile, 1 maggio, 2 giugno, minacciate di essere soppresse con la manovra finanziaria del Governo.
Oggi l’ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell’attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza.
Il messaggio del Presidente della Repubblica per il nostro congresso.
In occasione del 16° congresso dell’ANPI desidero rivolgere un caloroso saluto ai dirigenti, ai delegati e ai numerosi giovani che hanno deciso di iscriversi all’Associazione per raccogliere e interpretare ancora, nel tempo nuovo, l’eredità ideale, morale, spirituale della Resistenza, che aprì per il nostro popolo la strada della Liberazione e della Democrazia.
La testimonianza dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ha reso un tributo importante alla memoria, e dunque all’identità del paese, contribuendo a mantenere sempre viva la speranza di pace, di libertà, di uguaglianza tra le persone, di rispetto della legalità contro ogni sopraffazione.
Si tratta di valori perenni, tanto più da tutelare in epoche in cui appaiono messi in discussione i fondamenti di libertà e di solidarietà su cui sono cresciute le società europee dopo la seconda guerra mondiale.
La memoria non è un accessorio di scarso valore, né un freno all’innovazione. È, invece, un bene costitutivo di ogni comunità e antidoto contro il ripetersi di avventure di stampo neonazista e neofascista.
Nella scelta della Repubblica il 2 giugno del 1946 e nei principi della Costituzione si è rispecchiata la voglia di riscatto del paese, avvilito dalla dittatura e dalla guerra e soggiogato dagli occupanti.
L’impegno per l’affermazione dei valori della persona e dell’umanità intera non può conoscere soste e riguarda tutti: istituzioni elettive, magistratura, forze di polizia, istituti educativi, l’intera società civile.
L’ANPI può favorire un dialogo con i giovani, con le scuole, con i corpi intermedi affinché i valori fondanti del nostro ordinamento siano ancora generativi di giustizia, di etica pubblica, di condivisione, di coscienza dei diritti e dei doveri.
La democrazia, edificata a prezzo di enormi sacrifici, è nelle nostre mani. Nessuna conquista è di per sé definitiva. Dobbiamo esserne all’altezza per rafforzarla e allargarne continuamente le sue basi.
Decisivo è anche il destino del progetto europeo: nel mondo globalizzato, l’Europa unita è la dimensione necessaria per affermare valori di cooperazione internazionale e valorizzare il nostro modello politico e sociale, che si è affermato proprio in seguito alla guerra di Liberazione.
L’antifascismo che voi giustamente indicate come tratto identitario della vostra Associazione e della Costituzione Repubblicana, divenne la chiave di apertura della nuova Italia verso un nuova Europa.
Su questa strada dobbiamo ancora proseguire, vincendo paure, chiusure ed egoismi, cercando di realizzare nuovi traguardi a beneficio dei nostri concittadini e del mondo intero.
Con questo spirito, cordialmente auguro a tutti voi un buon lavoro.
Sergio Mattarella
Congresso Anpi, la pattuglia dei giovani liguri: “Antifascismo e diritti, nostra Resistenza”
Tra i 350 delegati a Rimini molti gli under 30, anche dalle diverse province della Liguria. Dove le adesioni sono in costante crescita
di DONATELLA ALFONSO
Giulia Sorrentino e Giacomo Gianello, spezzini, due dei giovani delegati liguri al congresso nazionale Anpi in corso a Rimini RIMINI _ Davide Avenoso, 21 anni,studente al secondo anno di medicina, e vicepresidente dell’Anpi di Pegli, si riguarda gli appunti prima di intervenire dal palco del 16° congresso nazionale dell’Anpi a Rimini. Congresso in cui si parla molto di Costituzione – l’Anpi si è espresaa apertamente per il “no” al referendum del prossimo ottobre – ma l’altro argomento chiavde è quellod el futuro: perchè adesso, sempre meno i partigiani combattenti per l’orologio del tempo che passa, sono i ragazzi che si vedono sempre più presenti nelle sezioni , molte da poco aperte o ri-aperte proprio per la presenza dei giovani. “Io mi sono avvicinato all’Anpi già al liceo Fermi, con il movimento degli studenti caratterizzato dall’antifascismo – spega – Adesso vediamo che nelle scuole genovesi e non solo cresce il Bocco Studentesco di estrema destra; colpa del vuoto che si è creato dopo l’abbandono da parte dell’Unione degli studenti. Ecco, penso che l’Anpi serva a questo, a riempire dei vuoti e a dare rispste. Con me ci sono altri ragazzi, anche più giovani, cerchiamo di fare iniziative culturali, avvicinare i ragazzi all’antifascismo con un linguaggio nostro, per isolare le componenti estremistiche e darci da fare sul territorio, come abbiamo fatto anche con associazioni come il collettivo Burrasca o Ponente che Balla”.
L’applauso che accoglie il suo intervento dà la misura dell’accoglienza alle idee proposte dai ragazzi: un antfascismo senza retorica, ma contro le derive neofasciste e razziste. Lo spiega Jacopo Colomba, 27 anni, Anpi di Ventimiglia, che in quest’anno ha lavorato con i migranti: “Anpi è rifugio, casa, in un’epoca in cui i miei coetanei non riscono a impegnarsi in un partito. Qui trovi persone e voglia di fare, senza schemi prefissati: quello che vogliamo ottenere è un ritorno di credibilità, è questa la forza dell’associazione”. “Ci sarà una ragione per cui, in te che siamod ell’imperiese, due sono ragazzi, Jacopo e Sabrina Esposito – insiste Massimo Corradi, vicepresidente di Imperia, avvocato di 51 anni – Possiamo comunque dire che siamo tre della nuova Resistenza…”
I numeri confortano: 124 mila iscritti in Italia, in Liguria quasi dodicimila (5700 a Genova, 2800 a Savona, 1800 a LaSpezia, un migliaio nell’imperiese) e tra i nuovi tesserati, 724 nell’ultino anno solo nella provincia di Genova, circa il 65% sotto i 35 anni, come conferma il presidente Massimo Bisca. “Vengono a chiederci un punto di riferimento, noi facciamo formazione per loro sulla storia e loro per noi sulle tecnologie: i social network, in primo luogo, la rete, per arrivare a più persone possibili e condividere i valori”. Quello che nell’estremo levante ligure, al confine con la Toscana, fanno gli Archivi della Resistenza di Fodìsdinovo: memorie storiche da raccogliere e incontri con il pubblico più vasto, sotto la forma di Festival (“Fino al cuore della rivolta”, tra luglio e agosto) e tanto altro. “Ho inziato a 18 anni, adesso ne ho 29 – spiega Giulia Sorrentino, ventinovenne dell’Anpi di Lerici – Abbiamo creato, di fatto, un’altra famiglia, un punto di arrivo naturale: magari quando ne parli ad altri ragazzi ti dicono: “ma cosa c’entri tu, non sei mica partigaiana’. e invece gli spieghi, gli dimostri che è un altro modo di tutelare quei valori”. “Per chi non ci conosce devi spiegarlo bene – precisa Giacomo Gianello, vicepresidente provinciale di La Spezia, 27 anni, laureando in giurisprudenza con una tesi proprio sulla riforma costituzionale e la legge elettorale – però poi ti incontri sul territorio, come le lottecontro casa Pound o in difesa del polo universitario di La Spezia. E , diversamente dai partiti, nell’Anpi trovi uno spirito unitario, davvero. Unico neo? Qui giovani siamo in tanti da tutta Italia, avremmo dovuto costituire un tavolo tra di noi, per definire una linea comune, cosa possiamo e cosa vogliamo fare. E’ il prossimo passo”.